Al Sacro Cuore: una giornata quasi normale

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15 Aprile 2020

Facciamo un gioco. Chiudiamo gli occhi. Siamo a scuola e abbiamo l’occasione di “sbirciare” in una giornata di vita quotidiana scolastica. Che cosa vediamo? La scuola è il luogo dove ci si può confrontare con i propri compagni, si può imparare a condividere i giochi, i racconti, gli spazi e i materiali. La scuola dell’infanzia è la sezione, un ambiente colorato dove tutto è a portata di bambino. Si possono interpretare mille ruoli e giocare, organizzare, costruire ed inventare macchine. Vivere e creare situazioni ed esperienze con i propri amici, si balla con la musica, si ride forte oppure si urla, si utilizzano pastelli o pennarelli per creare un capolavoro con colori e forme diverse. Si sta seduti sul tappeto colorato o ai banchetti, si ascoltano storie, si imparano canti e filastrocche e si preparano i lavoretti.
Oltre a ciò, nella scuola dell’infanzia si può maturare emotivamente ed empaticamente. La difficoltà percepita viene trasformata in successo, gratificazione e traguardo. I bambini imparano a consolare, abbracciare, sorridere, ascoltare, ragionare, pazientare, prendersi cura uno dell’altro e condividere l’attenzione della maestra.
Si mangia tutti insieme nella sala da pranzo dove si può anche essere l’aiutante della cuoca. Per i bambini grandi, nel pomeriggio, ci sono i lavoretti per la scuola primaria, allora si lavora, si chiacchiera, si sogna su cosa fare da grandi. Mentre per i più piccoli c’è il riposino pomeridiano, nel proprio “lettino”, che è una brandina. Ma sopra la brandina, ad aspettare e rassicurare ciascun bambino, ci sono i pupazzi, le maglie con il profumo di mamma o papà e i ciucci. E allora il riposino non spaventa più, ma diventa una gioia fino a quando non si ritorna tutti tra le braccia di mamma che aspetta dalla porta del salone, perché la giornata di scuola si è conclusa.
La maestra, invece, saluta tutti i bambini che incontra e, nel suo grembiule colorato, conserva i tanti disegni fatti per lei. Dona fazzoletti, coccola, scherza, racconta storie e canta, fa le facce buffe e gioca con i bambini. Tutto questo mentre li osserva, li studia, esamina come si relazionano, come giocano e come si muovono, come e cosa inventano, origlia le chiacchierate tra bambini, ne partecipa se le viene chiesto “maestra chiacchieriamo come fanno le mamme?”, beve il caffè preparatole dai bambini “perché non importa quanti anni si abbia, se un bambino ti porge la tazzina tu bevi il caffè!” .
La maestra, poi, diventa una presenza fissa a scuola, è lì e ogni giorno è pronta ad accogliere i bambini che arrivano, chi correndo, spinti dalla fretta di raccontare cosa è successo in strada, cosa hanno fatto la sera prima, e chi con calma si avvicina e inizia a chiacchierare della propria famiglia, di danza, di cosa ha mangiato, di cosa ha disegnato o ti chiede un aiuto. Aiuto per scegliere, per superare una difficoltà o affrontare un problema.
La maestra poi ha il dovere e compito di parlare con calma e con gentilezza ai bambini. Ha il compito di aiutarli a diventare grandi, forti e sicuri di sé, capaci di esternare le proprie emozioni e riconoscere le proprie esigenze e bisogni. Bisogni che possono esser richieste di abbracci, di baci, di confronti, di ascoltare la musica per ballare o, semplicemente per rilassarsi.
Durante questo periodo di sospensione forzata dalle attività scolastiche, causa pandemia covid-19, la vita scolastica è cambiata radicalmente. La scuola è sanificata, ma è vuota e silenziosa. I bambini sono a casa con i loro genitori, come anche tutto il personale scolastico docente e non docente compreso il presidente Don Mauro. Agli abbracci e sorrisi alla porta di sezione, adesso vi è la maestra in un video proiettato sullo schermo dello smartphone, ci sono foto ricordo e messaggi audio in cui maestre e bimbi, i suoi bimbi di scuola, si scambiano pensierini e si tengono compagnia. L’attività in sezione, svolta tutti insieme, è stata sostituita da attività ludiche creative, di storie raccontate, inviate telematicamente ai genitori così da rallegrare e occupare le lunghe giornate scandite da un tempo molto più elastico, in cui la fretta e la scadenza non vi sono più.
Le maestre, insieme ai genitori, cercano di far capire ai bambini perché non si può uscire, perché non si può andare al parco o ritornare a scuola. Si risponde alle loro domande, curiose e giuste. Si cerca di rincuorare i bambini annoiati e tristi perché hanno voglia di rivedere i loro amichetti e di andare dai nonni. Al posto del sentimento di allegria che accomuna tutti noi, c’è nostalgia e l’incredibile voglia di ritornare a scuola, alla nostra routine e stare insieme.
Occorre pazientare ancora un po’. È per la nostra salute, per il nostro avvenire. Dobbiamo resistere ed esser coraggiosi. Avere speranza e fede, perché non siamo soli. Occorre esser ottimisti e crederci ..perché, alla fine, andrà tutto bene!! Vi vogliamo bene Bimbi!

Le maestre del Sacro Cuore